giovedì 27 gennaio 2011

suicidi tra le Forze dell'ordine

Bisogna avere il coraggio di affrontare questa questione, aumenano e non si riesce a capirne le cause principali per contrastare questo fenomeno. La mancanza di fondi nel comparto e nella ricerca dell'Università taglia le gambe.

martedì 25 gennaio 2011

Diritto di criticare senza etichette

La comunicazione è un'arte difficile, da una parte ci sono i comunisti e dall'altra i presunti colpevoli, o viceversa da una parte il governo del fare e dall'altra i soliti mistificatori. Ma chi come me non si riconosce in nessuna delle due cosa può fare? Se critico il governo sono comunista, se non lo faccio sono Berlusconiano, io voglio il diritto di critica senza etichetta.

Polemiche sulla guerra in Afghanistan

Il Vescovo: quel soldato morto non è un eroe

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Monsignor-MattiazzoMonsignor Mattiazzo e l'alpino veneto morto a Kabul. «I nostri vanno lì armati». Roma - (di Fabrizio Caccia) «Non ritengo opportuno replicare alle parole di un confratello, quello che penso sui nostri soldati in Afghanistan l'ho sempre detto nelle mie omelie», manda a dire l'arcivescovo Vincenzo Pelvi, ordinario militare per l'Italia. La sua risposta è laconica e soave, ma altrettanto grande dev'essere l'irritazione negli ambienti ecclesiastici e militari, all'indomani delle frasi pronunciate dal vescovo di Padova, monsignor Antonio Mattiazzo, a proposito dei soldati italiani tornati morti dalle «missioni di pace».

«Certo - ha detto il vescovo Mattiazzo - sono dispiaciuto per la morte di questo ragazzo. Ma non sono d'accordo con una certa esaltazione retorica, non facciamone degli eroi. Magari poi si scopre che un soldato è morto per una mina fabbricata in Italia». Tre settimane fa proprio un delegato del vescovo di Padova celebrò a Thiene i funerali privati di Matteo Miotto, il penultimo alpino ucciso in Afghanistan il 31 dicembre scorso, raggiunto dal proiettile di un cecchino. Poi, martedì 18 gennaio, è stato ucciso anche il Caporalmaggiore Luca Sanna, stavolta nell'avamposto di Bala Murghab. In tutto fanno 36 morti dall'inizio della missione.

«Ma quelle non sono missioni di pace - ha dichiarato l'altro giorno il vescovo Mattiazzo -. I nostri soldati vanno lì con le armi ... ». Ora è bufera. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa è furibondo col monsignore («Si sarà fatto influenzare dalla sua impostazione politica», ha detto).

Padova, del resto, è terra di pacifismo spinto, di mobilitazioni già contro la guerra in Vietnam e ora dei «No Dal Molin», è la terra di don Albino Bizzotto e della sua associazione «Beati i costruttori di pace», dei missionari che vanno in Kenya e ritornano dicendo che «i bimbi africani non sono più tristi di quelli italiani» (lo stesso Mattiazzo dixit).

I genitori di Matteo Miotto, Anna e Francesco, non vogliono invece polemizzare: «Siamo già tanto addolorati, sicuramente il sacerdote che pronunciò l'omelia funebre per nostro figlio la pensava in maniera completamente diversa». Quel sacerdote era l'arcivescovo Pelvi, 62 anni, ex vescovo ausiliare di Napoli e oggi ordinario militare per l'Italia col grado onorifico di generale di corpo d'armata. E lui l'uomo dei funerali di Stato e delle cerimonie solenni per i nostri militari caduti. E il suo pensiero, come ha ricordato ieri, lo ha sempre e solo espresso nelle sue omelie. Venerdì scorso, a Roma, nella Basilica di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri, per l'ultimo addio al Caporalmaggiore Luca Sanna, monsignor Pelvi disse così: «Nessuno dei nostri militari vuole fare l'eroe. Tutti vogliono tornare il casa dalle loro famiglie e dai loro amici». La madre di Matteo Miotto, la signora Anna, un giorno spiegò il punto di vista degli alpini con parole bellissime: «Mio figlio mi diceva sempre: Mamma, io tornerò a casa per la famiglia, ma la mia vita è qui, in Afghanistan. Lui ce l'aveva nel sangue il mestiere dell'alpino, il desiderio di aiutare gli altri. E io ho sempre appoggiato le sue scelte.». Il 3 gennaio, onorando Matteo dinanzi alle autorità, monsignor Pelvi volle metterlo in chiaro una volta per tutte: «Molti chiedono perché ci ostiniamo ad esporci in terre così pericolose. Ma allora non si potrebbe rimproverare anche a Gesù di avere cercato la morte, affrontando deliberatamente coloro che avevano il potere di condannarlo? Perché non fuggire? Gesù non ha cercato la morte. Non ha però neppure voluto sfuggirla, perché giudicava che la fedeltà ai suoi impegni fosse più importante della paura di morire. Così ha preferito andare fino all'estremo limite piuttosto che tradire ciò che era».

Scorte e festini, l'ira dei poliziotti: ''Basta abusi, intervenga Maroni"

L'ammissione della soubrette Barbara Guerra, che al Tg3 ha rivelato di essere stata accompagnata a casa, da Arcore, grazie alla scorta del premier suscita l'indignazione dei poliziotti. Che, «umiliati per essere usati da taxi-escort», chiedono l'intervento del ministro dell'Interno.

lunedì 24 gennaio 2011

Vino e politica, senza donne.


Fare politica bevendo vino

La pratica del simposio nell’antica Grecia

Cominciamo dal titolo: per noi, il vino puro è quello genuino, non adulterato. Per i greci era il vino non mescolato con l’acqua. La regola di allora, infatti, voleva che il vino venisse diluito, prima di essere bevuto. Come accadeva, in particolare, nel corso dei symposia, le celebri bevute collettive (da syn-potein, bere insieme), alle quali a sera, come ben noto, si dedicavano i greci: quasi superfluo a dirsi, solamente gli uomini. Eccezion fatta per alcune giovani donne a questo scopo retribuite, come le musiciste, le danzatrici e soprattutto le «etere», prostitute di alto bordo e di una certa qual cultura, che accompagnavano gli uomini nelle occasioni sociali alle quale le donne «per bene» non erano ammesse.

domenica 23 gennaio 2011

Daniela Santanchè: Berlusconi e le Donne in "Orizzontale".

Come si cambia, intanto anche la nipote inizia a far politica.

Tutta sua zia: Silvia Garnero e Daniela Santanché

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Stesso senso dello Stato e rispetto verso la moralità, dalla zia alla nipote: una squallida storia italiana.
http://skywalkerboh.blogspot.com/2011/01/tutta-sua-zia-silvia-garnero-e-daniela.html
Silvia Garnero, classe '84, da maggio a novembre non è mai comparsa in Consiglio. L'opposizione ne ha chiesto le dimissioni con una mozione di sfiducia poi bocciata. L'assessorato rischia di costare 14 volte in più di quanto potrà spendere nel 2011.

giovedì 20 gennaio 2011

Che succede in TV???

Politica e televisione: i casi "Ballarò" e "Matrix" Dopo il no di Floris al Cav, la fuga di Severgnini

martedì 18 gennaio 2011

Afghanistan

La Russa, non è stato vittima di “fuoco amico” ma di una persona che indossava la divisa afghana

Secondo me è il momento di tornare a casa.

sabato 15 gennaio 2011

Cibi adulterati, poi ci lamentiamo dei cinesi

Dalle cozze tossiche alle mozzarelle blu: cancellata la norma che tutelava i consumatori

Cibi adulterati, non è più reato

Sparite le pene per chi vende cibo avariato

Misteri

AVETRANA - Michele Misseri scagiona la figlia Sabrina e si scusa con lei. L'ennesima svolta nelle versioni fornite dall'uomo a proposito dell'omicidio di sarah Scazzi. Misseri è stato interrogato nell'ambito delle indagini difensive. Gli avvocati della figlia, Sabrina Misseri, Coppi e Velletri hanno mostrato a Michele Misseri le due lettere che l'uomo ha scritto alle figlie alla vigilia di Natale. E in quelle lettere ci sarebbe, appunto, più d'un elemento per scagionare Sabrina, cui il padre chiede scusa. Si tratterebbe di due lettere distinte ma dal contenuto analogo e che, secondo il collegio difensivo di Sabrina,potrebbero aprire nuovi scenari nell'inchiesta. Le due missive sono state quindi consegnate ai pubblici ministeri subito dopo l'interrogatorio. Nelle due lettere, una a Sabrina, la seconda all'altra figlia Valentina, Misseri infatti cambia ancora una volta version

giovedì 13 gennaio 2011

legittimo impedimento sentenza

Il Cavaliere dichiara: 
Un compromesso accettabile". Silvio Berlusconi commenta con una punta di soddisfazione la decisione della Consulta sul legittimo impedimento, che ha di fatto riconsegnato ai giudici le decisioni sui suoi processi. Il premier dovrà dimostrare, di volta in volta, l'impossibilità di partecipare alle udienze a causa dei suoi impegni istituzionali.

mercoledì 12 gennaio 2011

suicidi e FF.OO

Roma, 14 set - “Il fenomeno dei suicidi nelle forze dell’ordine è sempre più preoccupante”: è questo l’allarme lanciato dal Psd, ovvero il Partito per gli Operatori della Sicurezza e della Difesa, una nuova realtà nata come forza politica nel novembre scorso e che a livello regionale è guidata da Massimo Labollita, poliziotto della Stradale di Bergamo. E’ lui il segretario regionale lombardo, affiancato già da quattro segretari provinciali: Luca Roffinot (Brescia), Maurizio De Lorenzo (Bergamo), Valerio Curti (Varese), con un rappresentante locale anche a a Treviglio, Ettore Lolli.

A Brescia si è svolto nei giorni scorsi il direttivo regionale del Psd, dove il segretario regionale ha comunicato di aver commissionato una ricerca per cercare di capire il “perché del preoccupante fenomeno dei suicidi nelle forze dell’ordine”. Un tema che tra i sindacati di polizia e l’ambiente del Psd è molto sentito. Sul sito del partito lo stesso Labollita scende più nel merito e critica il ministero dell’Interno, secondo il quale “il fenomeno dei suicidi non è riconducibile a problematiche di disagio lavorativo”.
“L’incredulità mi colpisce (di fronte alle parole del ministero, ndr) – scrive Labollita - perché leggo questa risposta il giorno dopo aver appreso la notizia della tragica scomparsa del comandante della Polizia Stradale di Mantova, avvenuta come il solito con la pistola di ordinanza in caserma. In realtà il fenomeno c’è e riguarda sedi di servizio sia del Nord sia del Sud (sedi del sud Italia sono state interessate in 1 caso su 2 nel 2006, 3 casi su 7 nel 2007, 1 caso su 4 nel 2008)”.

Per il Psd si tratta quindi di un fenomeno da non sottovalutare, e possono esservi forme di stress che riguardano direttamente le persone che esercitano “professioni di aiuto”.
Il Psd è in cerca di radicamento sul territorio. In via generale esprime preoccupazione per “l’attuale fase di stallo del governo”, lamentando anche la riduzione dei mezzi e delle risorse necessario al mantenimento di un alto livello di guarda per le forze dell’ordine”. Ci sono due siti di riferimento. A livello nazionale www.posd.it A livello locale: www.psdlombardia.it. (Bergamonews.it)

legittimo impedimento

Avviso ai Naviganti: la Corte Costituzionale ha accolto il nostro referendum sul Legittimo impedimento. In ogni caso per il premier va di culo: se il Legittimo impedimento passa il referendum si fa, se il Legittimo impedimento non passa cade il referendum ma siamo contenti lo stesso!

lunedì 10 gennaio 2011

unità d'Italia

MILANO - «Questa parte del Paese non cambia mai, l'Abruzzo è un peso morto per noi come tutto il Sud. C'è bisogno di uno scatto di dignità degli abruzzesi. È sano realismo padano». Così il leghista Mario Borghezio al programma tv in onda su You Tube KlausCondicio.
L'AFFONDO - «Il comportamento di molte parti delle zone terremotate dell'Abruzzo è stato singolare, abbiamo assistito per mesi a lamentele e sceneggiate - prosegue Borghezio - eccezioni ci sono dappertutto, ma complessivamente è stata un po' una riedizione rivista e corretta dell'Irpinia: prevale sempre l'attesa degli aiuti, non ci sono importanti iniziative autonome di ripresa. Si attende sempre che arrivi qualcosa dall'alto, nonostante dall'alto arrivi molto». «Mi domando quale sarebbe stata la reazione degli abruzzesi nei confronti di un comportamento"risparmioso" da parte dello Stato, con l'invio di aiuti a gocce come è per i veneti; questo fa solo aumentare il senso di disaffezione dei veneti verso lo Stato centralista, credo che siamo ormai giunti ad un punto di rottura», conclude Borghezio.

domenica 9 gennaio 2011

Presentazione

Buongiorno mi presento :
Sono Massimo Labollita e ho sentito il bisogno di creare questo blog per permettere a tutti i miei amici e conoscenti che non usano e non vogliono usare Facebook e altri social network di dire la loro.
IoConto sarà un momento di discussione e confronto tra persone diverse che la pensano in maniera differente, rimanendo sempre e comunque in un ambito di civiltà.
Nella società moderna i cittadini non sempre riescono ad esprimere il loro pensiero liberamente e in modo continuo.
Proviamoci per far sentire ai nostri governanti, qualsiasi sia la fazione politica, quello che pensiamo cercando soprattutto di lanciare idee e proposte fattibili senza scendere nella polemica inutile.
Una strada in salita che vogliamo percorrere.
A presto