giovedì 14 luglio 2011

Professioni e manovra finanziaria

Cosa c’entrano le professioni con la manovra economica?

In questi giorni di grande dibattito e di grande sforzo istituzionale per l’approvazione della manovra economica che dovrebbe farci uscire dalla Grande Crisi e renderci immune dalle speculazioni di affaristi senza scrupoli mi sorge una domanda: chi può essere stato quel genio che in mezzo alla miriade di articoli e emendamenti ne aggiunto uno sulle professioni?

Non entro nella natura della manovra economica, fior di professionisti lo stanno facendo, ma in quello delle professioni penso di si, la riforma è necessaria ed è da molto che se ne parla ma è un argomento lungo e complesso perché non si tratta solo di demagogia e di volere eliminare le Caste, si tratta di voler mettere mano alla vita e alla professione di milioni di cittadini.

Non è argomento da trattare così all’interno di norme che hanno la precedenza, se non altro per l’immediatezza, è un discorso da affrontare con calma scevri da ogni pregiudizio.

In una nazione dove gli avvocati del solo circondario di Roma sono più di tutti quelli francesi, un dubbio mi sorge che ci sia bisogno di una riforma, ed è in questa direzione che vogliamo andare con calma, visto che anche la Spagna verso cui tanti aspiranti avvocati andavano a cercare l’Eden, non essendoci un Ordine e quindi la possibilità di evitare un esame di Stato, si sta adeguando ai canoni europei.

Quando si pensa alle professioni si pensa a avvocati, notai, farmacisti e forse anche ai giornalisti il cui Ordine mi sembra tutto ma non un organo supremo, ma non pensiamo invece a categorie in cui un albo professionale sarebbe auspicabile se non indispensabile.

Penso alle guardie particolari giurate, di cui sentiamo parlare solo nelle disgrazie, che non avendo una figura giuridica vengono assunte dagli istituti di viglanza privata come operai generici: come dire che oggi faccio il panettiere (con tutto il rispetto per il lavoro di ognuno e per loro che un’associazione l’hanno) e domani mattina prendo una pistola e difendo beni mobili e immobili dei privati!

La riorganizzazione delle categorie professionali è argomento da trattare seriamente, non come al solito in Italia in emergenza.

 Approvate pure la manovra finanziaria indispensabile per tutti noi, stando ben attenti comunque a non incidere come spesso accade sulle fasce più deboli e stipendiate, dopodichè si potrà parlare di una riforma importante e necessaria come quella delle associazioni e degli albi professionali.

Massimo Labollita

Segretario regionale Lombardia

Partito Popolare Sicurezza e Difesa

mercoledì 13 luglio 2011

questione immigrazione in Italia

“Certamente qui abbiamo avuto l’ennesima prova di quanta ignoranza ed approssimazione ci sia in

Italia nell’affrontare le problematiche connesse all’immigrazione. Uno spreco di soldi e risorse dovuto

ad un’inutile parcellizzazione delle strutture per immigrati, che il più delle volte sono approntate in

luoghi nati per tutt’altro, con grave pregiudizio di tutti i soggetti coinvolti”.

E’ questo il primo commento di
Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia
, giunto a metà del tour in Sicilia, una due giorni ricca di impegni istituzionali

e soprattutto di visite nei centri per immigrati.

Assieme ai rappresentanti locali del Coisp, Maccari è stato ieri prima presso il CARA (Centro di

Accoglienza Richiedenti Asilo) di Rosolini (Sr), ed immediatamente dopo al CSPA (Centro di

Soccorso e Prima Accoglienza) di Pozzallo (RG), in zona porto presso i locali dell’ex Dogana; per

completare la giornata con altri incontri istituzionali e la visita al CPA (Centro di Prima accoglienza)

di Pian del Lago (CL).

Il primo Centro altro non è se non un campo sportivo in cemento sul quale è stata eretta un’enorme

tensostruttura dentro alla quale, inevitabilmente, si raggiungono temperature da capogiro, e dove sono

ammassate decine e decine di letti per gli ospiti immigrati, che attualmente sono circa cento.

All’esterno, sotto un tetto di lamiera, sono posizionati una serie di tavoli utilizzati per la mensa.

“E’ proprio come trovarsi di fronte ad un luogo d’accoglienza improvvisato in via emergenziale, come

dopo un terremoto – spiega Maccari -, dove tutti sono accalcati con grave disagio, e senza alcun

ordine. Si tratta di ospiti apparentemente tranquilli, ma la rissa per i motivi più banali è sempre in

agguato”. Intorno alla struttura ci sono alcuni camper della protezione civile ed uno della Polizia di

Stato con tre - addirittura tre! - poliziotti chiamati alla vigilanza.

“A Pozzallo la situazione non è dissimile in termini di assoluta inefficienza” aggiunge Maccari,

descrivendo l’ex fabbrica che ospita circa 200 immigrati, con una vigilanza affidata a turni che sulla

carta sono da 15 uomini la volta. “E’ un edificio certamente non idoneo alle esigenze di un centro

d’accoglienza” continua citando, a puro titolo di esempio, le porte antipanico che ovviamente si

aprono verso l’esterno e che non rispondono alle attuali esigenze di sicurezza, tanto che le auto della

polizia devono essere posizionate a bloccarle dall’esterno, oppure il fatto che tutti gli estintori sono

stati eliminati per evitare incidenti, come quello della scorsa settimana quando gli ospiti hanno

infranto le vetrate degli ex uffici, con grave diminutio della sicurezza.

“Queste strutture sono l’emblema del fallimento assoluto della politica in tema di immigrazione

clandestina – incalza il leader del Coisp -. Microsoluzioni totalmente disorganizzate e completamente

chiuse, ma destinate a gente che non è certo in arresto, e che o prima o poi reagisce, senza che gli

uomini delle forze dell’ordine chiamati a una disperata vigilanza possano intervenire in condizioni
ragionevoli. Queste strutture e gli estenuanti servizi dei colleghi, chiamati dai luoghi più disparati e

distanti e sottratti ad altri compiti fondamentali per la sicurezza pubblica, sono estremamente costosi e

praticamente inutili considerata l’assoluta improvvisazione che dimostrano. Sono davvero pochi i

centri più grandi ed organizzati che giustificano le enormi spese di soldi e mezzi che si fanno. Ed un

esempio è certamente il Centro di Prima accoglienza di Pian del Lago”.

Si tratta, secondo quanto appurato dal gruppo del Coisp capitanato da Maccari, di una struttura grande

e ben organizzata, che prevede oltre 1000 presenze, gestite da un numero congruo di operatori, anche

delle Forze dell’Ordine. “Un centro – aggiunge il Segretario Generale – diviso per settori, pulito e

ordinato, in cui i meccanismi di sicurezza sono ben predisposti ed efficienti, a partire dal sistema di

telecamere. Questi sono casi di strutture estremamente funzionali allo scopo, e dunque di soldi ben

spesi. Per il resto non si fa che continuare a vivacchiare di fonte ad un problema di proporzioni

gigantesche, aspettando con le mani in mano che si verifichino incidenti come quelli di Santa Maria

Capua Vetere o tutti i tanti, troppi altri in cui, tanto per cambiare, sono solo i poliziotti a fare le spese.

Il tutto ben sapendo che molto presto la situazione sarà completamente fuori controllo. Attualmente, in

sostanza, tutto dipende ancora da quali strutture, in origine, sono state destinate ad affrontare l’arrivo

degli immigrati, solo che la maggior parte sono state predisposte in un presunto stato di emergenza,

senza che poi, col tempo, si sia pensato a soluzioni di sistema adatte a fronteggiare una problematica

destinata a non scomparire, ma anzi ad incrementarsi sempre di più. La conclusione? Il fronte

immigrazione – conclude Maccari -, c’è da ripeterlo, è l’assoluto fallimento di politica ed istituzioni

italiane”.

La due giorni del Coisp in Sicilia proseguirà oggi, tra l’altro, con le visite ai Centri per immigrati di

Trapani.

martedì 5 luglio 2011

assonanza

"Nei quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi
ha già troppi impegni per scaldar la gente d'altri paraggi,
una bimba canta la canzone antica della donnaccia
quello che ancor non sai tu lo imparerai solo qui tra le mie braccia.

E se alla sua età le difetterà la competenza
presto affinerà le capacità con l'esperienza
dove sono andati i tempi di una volta per Giunone
quando ci voleva per fare il mestiere anche un po' di vocazione.

Una gamba qua, una gamba là, gonfi di vino
quattro pensionati mezzo avvelenati al tavolino
li troverai là, col tempo che fa, estate e inverno
a stratracannare a stramaledire le donne, il tempo ed il governo. "
Mi piace pensare all'assonanza tra la vita di strada e quello che dovrebbe essere la vita di un politico.... Passione e aiuto per il prossimo.